Introduzione a Giorgio Agamben

Giorgio Agamben ha trasformato e ridefinito i parametri della filosofia politica e del discorso critico contemporanei, introducendo un nuovo vocabolario e una nuova concettualità. La sua opera abbraccia campi diversi come l’estetica, la religione, la politica, la giurisprudenza e l’etica, con un’erudizione che ha pochi pari e con una cura filologica minuziosa, per proporre un ripensamento delle categorie dell’ontologia, della filosofia, dell’etica e della politica occidentali. In questa nuova e aumentata edizione Carlo Salzani e Ermanno Castanò forniscono una guida chiara e puntuale alla filosofia di Agamben, dagli inizi fino alle più recenti pubblicazioni, analizzandone le opere, esponendo le influenze sul suo pensiero e delineando le questioni chiave che informano la sua opera.   AUTORI Carlo Salzani è ricercatore nel dipartimento di filosofia dell’università di Innsbruck, Gastforscher presso il Messerli Forschungsinstitut di Vienna, e membro del Paris Institute for Critical Thinking. Le sue ultime pubblicazioni includono “Agamben and the Animal” (2022) e, di prossima uscita, il volume collettaneo “The Biopolitical Animal” (con Felice Cimatti, 2024). Ermanno Castanò è dottore di ricerca, insegna filosofia al liceo e collabora con il Laboratorio di archeologia filosofica. Ha curato i volumi di Kevin Attell, “Gatti e zecche. Agamben e Derrida sull’animale” (2022) e di Jacques Derrida, “Marx & Sons. Politica, spettralità, decostruzione” (2008, con altri). È autore di “Agamben e l’animale. La politica dalla norma all’eccezione” (2018) e di “Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin” (2011).  

Filosofia di Fabrizio de André

Fabrizio De André non ha una sua filosofia, è filosofia. Con questo presupposto il libro apre un inedito viaggio dentro il mondo del cantautore genovese, le cui opere fanno inevitabilmente sorgere domande sul senso delle cose fondamentali, sulle relazioni più importanti, sulla nostra stessa esistenza più di qualsiasi polveroso trattato di metafisica. Sono domande drammatiche e filosofiche allo stesso tempo, domande che ci risucchiano e ci mettono a nudo. Le sue canzoni, così rilette, diventano lo specchio che ci fornisce chiavi simboliche da interpretare, miti e modelli da pensare, personaggi unici che divengono matrici culturali e fonte di conoscenza per tutti noi. Questo libro vuol restituire la ricchezza di questi cammini: dall’antropologia del mondo marginale, in perenne lotta contro il potere, alla mitografia di una nuova cultura, leggera, pluricentrica, complessa, compassionevole. Una lettura, questa, che non è biografica, storica, politica, sociologica, letteraria, filologica: è filosofica. La filosofia di Fabrizio De André.

NOTA SULL’AUTORE

SIMONE ZACCHINI è professore di storia della filosofia ed estetica presso l’università degli studi di Siena. Esperto del pensiero di Nietzsche, ha dedicato molte pubblicazioni alla musica, all’estetica e alle composizioni musicali del filosofo tedesco. È inoltre membro del Centro Studi Fabrizio De André dell’Università di Siena.

La scena assoluta

Robert Louis Stevenson, che era un grande critico oltre che un geniale narratore, chiamava “scene assolute” quelle che leggendo un libro si fissano per sempre nella mente del lettore. “Soddisfano”, diceva, “in un sol colpo tutte le nostre capacità di piacere e di partecipazione, le adottiamo subito dentro di noi, e niente e nessuno potrà in seguito cancellarne o attutirne l’effetto”. E’ la “forza plastica” della letteratura che traduce concetti ed emozioni in atti concreti. Come la letteratura, anche il grande cinema è ricco di scene assolute

Il volume, curato da Ernesto Franco, raccoglie dieci scene assolute cinematografiche (da La donne che visse due volte a Un dollaro d’onore, da Ladri di biciclette a Il mucchio selvaggio) scritte da dieci grandi scrittori italiani: BAJANI, BARICCO, COTRONEO, DE SILVA, LUCARELLI, MAZZUCCO, MURGIA, PICCOLO, STARNONE, VINCI.

 

Storia della filosofia digitale. Profeti e battaglie nella rete

 

“Bob, come un pifferaio magico, con una sinfonia di sferragliare infernale, radunava attorno a sé gruppi di giovani ai quali propinava mirabolanti lezioni di informatica e buona musica nei piano-bar della zona. La combriccola crebbe a tal punto che decise di pubblicare le cronache di questo singolare movimento di appassionati utopici della rivoluzione digitale: fu così che diedero vita al giornale People’s Computer Company. Il nome era stato scelto in onore della Big Brother and the Holding Company, gruppo musicale dell’icona di Woodstock Janis Joplin. L’incipit del primo numero esprimeva a pieno quest’anima ribelle: ‘I computer vengono prevalentemente usati contro il popolo e non per il popolo. Sono utilizzati per controllare il popolo invece che per liberarlo. È il momento di cambiare tutto ciò. Quello che ci serve è una… People’s Computer Company’”.

Un viaggio narrativo che ripercorre i pensieri, le storie, i personaggi e le battaglie che hanno popolato lo scenario del nuovo mondo digitale, tra Hakers, Robot, Big Data, Social Network e AI.

 

Elena Putti è dottore di ricerca in Digital Humanities è docente universitaria a contratto.

 

La Shoah spiegata i ragazzi

Questo libro si propone di spiegare alle nuove generazioni quello che a molti giovani di oggi appare forse inspiegabile: come è stato possibile che nel cuore della civile Europa milioni di uomini, donne e bambini siano stati sterminati solo perché ebrei? Quali furono le ragioni profonde che spinsero i nazisti a pianificare uno dei più grandi genocidi della storia dell’umanità? Consapevole che chi non conosce il proprio passato è destinato a riviverlo, l’autrice cerca di rispondere a queste domande, fornendo al lettore, e in particolare agli studenti delle scuole superiori, per i quali il libro è stato pensato, tutte le informazioni e gli strumenti culturali per poter comprendere un evento così tragico, e ricostruendo con rigore e lucidità le tappe di un percorso che dallo strisciante antisemitismo di inizio Novecento conduce ai forni crematori e alle camere a gas.

 

FRANCESCA R. RECCHIA LUCIANI insegna Storia delle filosofie contemporanee all’Università di Bari Aldo Moro ed è coordinatrice del Dottorato nazionale in Gender Studies. Per il melangolo ha curato e introdotto il libro di Joza Karas, La musica a Terezín (2011) e Opporsi al negazionismo (2013). È autrice della monografia: Jean-Luc Nancy. Il corpo pensato, Feltrinelli, 2022.

Filosofia da divano

Il divano è sacro, ed è la più grande invenzione di tutti i tempi. Sì, perché prima che il divano entrasse nelle nostre vite (dal XVIII secolo in poi) non esisteva alcun pretesto per rifiutarsi di lavorare e iniziare a rilassarsi. Anche perché il letto, con buona pace di Proust che lo usava come ufficio, è fatto per dormire. Il divano invece è la manifestazione terrena dell’idea metafisica di rilassamento. E non è un caso che si chiami proprio “divano”, per il piacere divino che comporta adagiarsi sui suoi soffici cuscini. Quella “a” al posto della “i” non deve far titubare: il primo uomo che si sedette su un divano, associando questo oggetto al divino, dette voce alla sua illuminazione. Ecco perché, come dice uno dei principi dell’ozio quale Emil Cioran: “Molti spiriti hanno scoperto l’Assoluto perché c’era un divano nei dintorni”. Un libro travolgente, comico e profondo, che ci invita a rimettere in discussione l’imperativo a produrre, a lavorare, a essere efficienti, e a prendere la vita con lentezza. “È l’inattività, la pace, l’ozio ciò che ricerca realmente l’uomo. Tanto è vero che i ricconi sono oziosi, siamo noi a continuare a lavorare per loro”.

 

STEFANO SCRIMA è filosofo e studioso di pop culture. Ha scritto per Castelvecchi: Digito dunque siamo (2019) e Socrate su Facebook (2018); per Arcana: L’arte di sfasciare le chitarre (2021); per Stampa Alternativa: L’arte di soffrire (2018) e Nauseati (2016); per Ortica: Sette vite non bastano (2022) e Vani tentativi di vendere l’anima al diavolo (2020); per Colonnese: L’arte di disobbedire raccontata dal diavolo (2020). Con Il Melangolo ha pubblicato: Filosofi all’Inferno (2019), Il filosofo pigro (2017) e Filosofia di Fantozzi (2022).

 

Filosofia degli anni ’80

Gli anni Ottanta sono stati l’incarnazione del Bene sotto forma di merce. Un Bene, tuttavia, separato da qualsiasi forma di verità. Questo “Bene” poteva mentire, e anche molto. Perché il suo unico scopo era fare stare bene. Invicta, Swatch, Nike e tanti altri non erano solo marchi. Sembravano capirti, solo loro, nel momento in cui stavi crescendo, o donarti un'”aura”, a te che non l’avevi mai avuta.

 

TOMMASO ARIEMMA, filosofo, insegna Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. È autore, tra gli altri, di La filosofia spiegata con le serie TV, Mondadori, 2017, Filosofia degli anni ’80, il melangolo, 2019 e L’Occidente messo a nudo, Luca Sossella, 2019; Dark Media. Cultura visuale e nuovi media; Platone Showrunner, Meltemi, 2022. Regole filosofiche per scrivere la serialità, Audino, 2022.